Un percorso da scoprire, che risulta agli occhi del visitatore molto interessante, parte da Borgo San Lorenzo per imboccare la statale che porta a Faenza. Un bellissimo itinerario tra paesi e natura che offrono scorci ameni e luoghi pieni di storia; ottimo peregrinarlo con mountain bike o motocicletta, ma fattibile anche con automobile.
La zona che andrò a descrivere offre parecchie scelte ed ognuna è importante come le altre.
Oltrepassato il ponte sulla ferrovia poco dopo il capoluogo e prominente alla stazione di Panicaglia, deviamo a sinistra; al termine la Pieve di San Giovanni Battista. Annunciata da uno splendido viale cipressato, essa si mostra con una campanile ottagonale ed una facciata a capanna preconizzata da un interessante loggiato: internamente ci accolgono tre navate, un ambone romanico, un crocifisso ligneo del 1500.
Intorno alla pieve vi sono alcuni edifici colonici di antica fattura, che fanno pensare ad un preesistente castello.
Oltrepassato il ponte sulla ferrovia poco dopo il capoluogo e prominente alla stazione di Panicaglia, deviamo a sinistra; al termine la Pieve di San Giovanni Battista. Annunciata da uno splendido viale cipressato, essa si mostra con una campanile ottagonale ed una facciata a capanna preconizzata da un interessante loggiato: internamente ci accolgono tre navate, un ambone romanico, un crocifisso ligneo del 1500.
Intorno alla pieve vi sono alcuni edifici colonici di antica fattura, che fanno pensare ad un preesistente castello.
Ritornati sulla statale, prendiamo verso sinistra.
Prendendo poi una stretta strada, situata sulla destra arriviamo a Il Corniolo dove si trova l’omonima villa e vi è anche una chiesetta, svoltando poi a sinistra raggiungiamo per ammirare la splendida Villa La Quiete con cappellina annessa e la chiesa di interna al paese.
Riprendendo a ritroso la strada ritorniamo sulla statale e svoltiamo a destra; dopo meno di un chilometro siamo a Panicaglia. Poco dopo il paese svoltiamo a sinistra e parcheggiamo nello spiazzo che troviamo subito dopo; ivi prendiamo la strada sulla sinistra dove potremo ammirare la splendida meridiana solare.
A causa di una grande frana, siamo costretti ad un percorso tortuoso per ammirare due cappelle di notevole pregio e bellezza: svoltiamo a sinistra, dove sulla via possiamo ammirare anche un pozzo, e poi a destra, in un sentiero, che ci porterà dirimpetto alla Cappella di San Giuseppe, oggi in stato di crollo, dove all’interno vi era un antichissimo dipinto, oggi nella pieve di San Giovanni Battista.
La strada a destra ci porterà in Zona rossa, ove vi è stata la grande frana e sarebbe vietato entrare; dalle transenne sarà comunque possibile vedere Villa Magnini, oggi abbandonata, dove all’interno del giardino (sulla destra) si può osservare anche dall’esterno un antichissimo pozzo: facendo un po’ d’attenzione sarà possibile proseguire per qualche metro ed arrivare alla Cappella di San Bartolomeoadiacente la villa.
Prendendo poi una stretta strada, situata sulla destra arriviamo a Il Corniolo dove si trova l’omonima villa e vi è anche una chiesetta, svoltando poi a sinistra raggiungiamo per ammirare la splendida Villa La Quiete con cappellina annessa e la chiesa di interna al paese.
Riprendendo a ritroso la strada ritorniamo sulla statale e svoltiamo a destra; dopo meno di un chilometro siamo a Panicaglia. Poco dopo il paese svoltiamo a sinistra e parcheggiamo nello spiazzo che troviamo subito dopo; ivi prendiamo la strada sulla sinistra dove potremo ammirare la splendida meridiana solare.
A causa di una grande frana, siamo costretti ad un percorso tortuoso per ammirare due cappelle di notevole pregio e bellezza: svoltiamo a sinistra, dove sulla via possiamo ammirare anche un pozzo, e poi a destra, in un sentiero, che ci porterà dirimpetto alla Cappella di San Giuseppe, oggi in stato di crollo, dove all’interno vi era un antichissimo dipinto, oggi nella pieve di San Giovanni Battista.
La strada a destra ci porterà in Zona rossa, ove vi è stata la grande frana e sarebbe vietato entrare; dalle transenne sarà comunque possibile vedere Villa Magnini, oggi abbandonata, dove all’interno del giardino (sulla destra) si può osservare anche dall’esterno un antichissimo pozzo: facendo un po’ d’attenzione sarà possibile proseguire per qualche metro ed arrivare alla Cappella di San Bartolomeoadiacente la villa.
Ripercorsa la via a ritroso raggiungiamo nuovamente il veicolo: alla statale giriamo a sinistra e successivamente in una stretta via, sempre sullo stesso lato, dove raggiungeremo la località di Saltodove è ubicata la chiesa di ; la strada poi porta alla Villa di Striano.
Raggiunta nuovamente la statale prendiamo in direzione di Ronta; Alla rotonda seguiamo la via sulla sinistra che ci porterà in località Il Poggio; qui sarà possibile ammirare la splendida Villa Il Poggio con chiesetta ubicata dall’altro lato della strada: qui sarà possibile osservare un viadotto ferroviario dove nel 1920 vi fu un tremendo incidente ferroviario (il ponte si chiama “Ponte di Caino”).
Prendendo la via che passa sotto il Ponte di Caino si arriva a Pulicciano, un tempo una fortezza della “Valle dell’Ensa”; un borgo che ricalca a pieno la sua storia e dove spicca la splendida chiesa di Santa Maria, fulcro principale del “fu castello”. Interessante è la lunetta della facciata; più a basso si trova la compagnia, una struttura a capanna. Da questo ameno luogo si hanno delle splendide vedute su tutto l’arco appenninico mugellano e da qui è possibile vedere anche la già citata Villa di Striano.
Raggiunta nuovamente la statale prendiamo in direzione di Ronta; Alla rotonda seguiamo la via sulla sinistra che ci porterà in località Il Poggio; qui sarà possibile ammirare la splendida Villa Il Poggio con chiesetta ubicata dall’altro lato della strada: qui sarà possibile osservare un viadotto ferroviario dove nel 1920 vi fu un tremendo incidente ferroviario (il ponte si chiama “Ponte di Caino”).
Prendendo la via che passa sotto il Ponte di Caino si arriva a Pulicciano, un tempo una fortezza della “Valle dell’Ensa”; un borgo che ricalca a pieno la sua storia e dove spicca la splendida chiesa di Santa Maria, fulcro principale del “fu castello”. Interessante è la lunetta della facciata; più a basso si trova la compagnia, una struttura a capanna. Da questo ameno luogo si hanno delle splendide vedute su tutto l’arco appenninico mugellano e da qui è possibile vedere anche la già citata Villa di Striano.
Il paese successivo è Ronta, villaggio di villeggiatura, che troveremo svoltando a destra della cappella della Villa Il Poggio: un luogo tranquillo ma ben fornito di supermercato, bar, circoli e negozi.
Il paese mostra ancora delle tracce del suo passato, anche se spiccano di più le sue strutture moderne e tutti i suoi alberghi affacciati sulla statale faentina. Ronta ha anche una delle stazioni principali della linea Firenze-Faenza.
Due sono le chiese del paese; la prima si trova a fianco del cimitero ed è anche la più antica: struttura e capanna con campanile a torre conserva ancora il suo aspetto romanico.
La chiesa più nuova è ubicata in paese e si riconosce per il suo colore marmoreo e per degli stemmi sulla facciata: internamente vari quadri ed uno splendido organo.
Il paese mostra ancora delle tracce del suo passato, anche se spiccano di più le sue strutture moderne e tutti i suoi alberghi affacciati sulla statale faentina. Ronta ha anche una delle stazioni principali della linea Firenze-Faenza.
Due sono le chiese del paese; la prima si trova a fianco del cimitero ed è anche la più antica: struttura e capanna con campanile a torre conserva ancora il suo aspetto romanico.
La chiesa più nuova è ubicata in paese e si riconosce per il suo colore marmoreo e per degli stemmi sulla facciata: internamente vari quadri ed uno splendido organo.
Proseguendo verso il Passo della Colla di Casaglia che poi ci porterà a Marradi, troviamo l’ingresso alla Villa di Cerreto, albergo e ristorante, impossibile da vedere dalla strada che corre più abbasso: poco dopo giungiamo a Madonna dei Tre Fiumi.
Questa piccola località, sorta alla confluenza di due ruscelli e dal torrente Ensa, è famosa per il suo santuario.
Ci accoglie col suo bel loggiato ed il campanile a torre: internamente un organo antico, un dipinto diJacopo Chimenti (detto l’Empoli) e tanti quadretti con medagline di devozione, frutto dei pellegrinaggi, oltre a bellissime vetrate con figure religiose.
Si narra che qui apparse la Madonna.
Di fronte al santuario, oltrepassato il ponticello, si trova il Mulino Margheri, del 1845, che ancora presenta il suo attuale mangone oltre ad essere ancora in piena funzione.
Questa piccola località, sorta alla confluenza di due ruscelli e dal torrente Ensa, è famosa per il suo santuario.
Ci accoglie col suo bel loggiato ed il campanile a torre: internamente un organo antico, un dipinto diJacopo Chimenti (detto l’Empoli) e tanti quadretti con medagline di devozione, frutto dei pellegrinaggi, oltre a bellissime vetrate con figure religiose.
Si narra che qui apparse la Madonna.
Di fronte al santuario, oltrepassato il ponticello, si trova il Mulino Margheri, del 1845, che ancora presenta il suo attuale mangone oltre ad essere ancora in piena funzione.
Proseguendo per questa stretta via, che diventerà bianca dopo poco, arriveremo alla località di Il Pozzo, attraversando castagneti molto pregiati (che poi daranno vita ai Marroni di Marradi e del Mugello).
Al paese si scende da una stradina bianca che, fortunatamente, è anche segnalata da un delizioso cartello in legno: borgo estremamente tranquillo e di origini medioevali, esso conserva un delizioso oratorio, oltre ad un antico pozzo, che dà il nome al villaggio.
Al paese si scende da una stradina bianca che, fortunatamente, è anche segnalata da un delizioso cartello in legno: borgo estremamente tranquillo e di origini medioevali, esso conserva un delizioso oratorio, oltre ad un antico pozzo, che dà il nome al villaggio.
Ripercorrendo poi la strada a ritroso, svoltiamo a destra proprio davanti al santuario alla Madonna dei Tre Fiumi: una strada tortuoso ma estremamente suggestiva, che affianca il torrente Ensa, ci condurrà aRazzuolo, meta conclusiva del nostro itinerario.
Ne vale la pena salire fino a qui per vedere la chiesa di San Paolo, una volta badia, di cui ancora possiamo osservare la struttura. La chiesa è molto semplice e rimaneggiata dall’originale, ma vi è una torretta con orologio, affianco all’ingresso della chiesa, di estrema bellezza.
Il percorso finisce qui: per ritornare a Borgo San Lorenzo basta ripercorrere a ritroso la statale e seguire le indicazioni per Borgo San Lorenzo.
Ne vale la pena salire fino a qui per vedere la chiesa di San Paolo, una volta badia, di cui ancora possiamo osservare la struttura. La chiesa è molto semplice e rimaneggiata dall’originale, ma vi è una torretta con orologio, affianco all’ingresso della chiesa, di estrema bellezza.
Il percorso finisce qui: per ritornare a Borgo San Lorenzo basta ripercorrere a ritroso la statale e seguire le indicazioni per Borgo San Lorenzo.
Le foto del reportage:
Foto 1 – Panicaglia: Pieve di san Giovanni Battista;
Foto 2 – Panicaglia: Villa Magnini e cappella di San Bartolomeo in Zona Rossa;
Foto 3 – Salto: Chiesa di Santa Maria;
Foto 4 – Il Poggio: Villa Il Poggio;
Foto 5 – Pulicciano: Chiesa di Santa Maria;
Foto 6 – Ronta: Chiesa di San Michele (Via Faentina);
Foto 7 – Madonna dei Tre Fiumi: Santuario;
Foto 8 – Madonna dei Tre Fiumi: Mulino Margheri (1845);
Foto 9 – Il Pozzo: la piazzetta e la cappella;
Foto 10 – Razzuolo: ex badia di San Paolo.
Foto 1 – Panicaglia: Pieve di san Giovanni Battista;
Foto 2 – Panicaglia: Villa Magnini e cappella di San Bartolomeo in Zona Rossa;
Foto 3 – Salto: Chiesa di Santa Maria;
Foto 4 – Il Poggio: Villa Il Poggio;
Foto 5 – Pulicciano: Chiesa di Santa Maria;
Foto 6 – Ronta: Chiesa di San Michele (Via Faentina);
Foto 7 – Madonna dei Tre Fiumi: Santuario;
Foto 8 – Madonna dei Tre Fiumi: Mulino Margheri (1845);
Foto 9 – Il Pozzo: la piazzetta e la cappella;
Foto 10 – Razzuolo: ex badia di San Paolo.
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