martedì 2 settembre 2014

La rocca dei Carolingi

Chiunque percorra la SS 325 provenendo sia da Prato che da Castiglione dei Pepoli, non potrà fare a meno di notare un grande complesso appena superata Sasseta nel comune di Vernio; questo grande complesso non è altro che il castello di Vernio e sorge sul Poggio Mezzana.
Per chi ne avesse voglia e forza, la strada più bella per raggiungerlo è parcheggiare a San Quirico, imboccare via del Borgo da dove si inerpica uno stradello medioevale che conduce alla porta d’accesso ed un tabernacolo; altra via si trova a Cafaggio a Sasseta ed è asfaltata, anche se trovare un parcheggio non è così semplice.
Sorge su un cucuzzolo da dove è possibile ottenere una splendida vista sul capoluogo comunale e sulle montagne che lo circondano.
Molti considerano la rocca nel Palazzo Comitale anche se la vera rocca è visibile qualche metro sopra Villa Gualtieri (foto 7).
Un pò di storia
Proprietà dei Carolingi e poi degli Alberti, che possedevano il castello di Mangona (ora non più riconoscibile) nel comune di Barberino di Mugello, esso è composto dal Palazzo capitale, dalla Cappella di Sant’Agata, dalla Villa Gualtieri e dalle abitazioni dei lavoranti al castello.
Il passaggio avvenne dopo nozze tra Cecilia, vedova dell’ultimo dei Carolingi, e Bernardi Tancredi, della famiglia degli Alberti.
Nel 1155 si ha la residenza di Tancredi da Prato a Vernio.
nel 1332 venne venduto, insieme a quelli di Cerbaia ai provveditori di Piero di Totto dei Bardi; l’acquisto di questo castello e di quello di Mangona, acquistato dal fratello Piero, non fu visto bene dai fiorentini che nel 1340 conquistò Vernio, facendolo smantellare; fu riconquistato due anni dopo dalla famiglia Bardi che riottennero la contea.
Fino al seicento la sede amministrativa era collocata proprio in questo castello, per poi essere trasferita a San Quirico nell’attuale Casone de’Bardi (ora municipio verniatto).
Il feudo fu abolito nel 1797 dopo l’occupazione francese; nel 1814 Vernio fu annesso al Granducato di Toscana.
Oltre alla demolizione avvenuta per ferro e fuoco dei fiorentini, la struttura castellare ebbe una nuova invasione con saccheggi ad opera di esercito armato per conto di Sisto IV; i maggiori danni si ebbero però, non per mano di altri eserciti, ma grazie ad un incuria che portò poi al suo completo abbandono, per poi essere ristrutturata da Carlo Gualtieri, nel 1832, che solo da diversi anni, ha ceduto la proprietà.
Il castello
Giungendo dal sentiero sterrato che abbiamo preso a san Quirico troviamo un parametro in pietra del XIV secolo e dal quel punto notiamo già la maestosità del palazzo e del suo arco con stemma che ci accoglie.
Varcato l’arcone ci imbattiamo nella cappella di Sant’Agata che fu edificata nel 1556, sostituendo una precedente interna al castello, dedicata alla Vergine; essa ebbe una trasformazione nel 1706.
La facciata appare modesta e presenta un campaniletto a vela; internamente vi è un soffitto quadrangolare ligneo, una pala che ragffigura Sant’Agata sopra l’altare realizzato nel XVIII secolo e le tombe della famiglia Gualtieri.
Sopra la villa, la rocca antica, chiamata Il Roccaccino, esso era occupato, antistantemente il 1700, dall’abitazione signorile, l’archivio e le prigioni; adesso è in stato d’abbandono e ricoperto di erbacce.
Villa Gualtieri
Durate il periodo rinascimentale si aggiunse all’edificio già esistente una nuova residenza dei conti Bardi; l’aspetto era quello di un palazzo, che oggi è una villa.
Di bianco aspetto e con stemma, esso possiede un antico pozzo; interessanti le sue sale interne, come le cucine, una sala con grande camino, nonche il grande salone rosa ricco di affreschi, pendoni di stoffa.
Ancora oggi si può accedere alle prigioni.
Il borgo
il borgo non presenta abitazioni di interesse; qui si trova un antico tabernacolino a muro ed il lavatoio.
Visite
Nella rocca è possibile accedere ogni giorno dell’anno, ma per poter visitare la villa e la cappella occorre prenotarsi (una volta all’anno).
La visita è a giugno – luglio e viene pubblicizzata su varie radio e sul sito del comune di Vernio
Le foto del reportage:
Foto 1 – la rocca vista da Cafaggio a Sasseta;
Foto 2 – la rocca dallo stradello;
Foto 3 – la porta d’accesso;
Foto 4/5/6 – parte del cassero;
Foto 7 – il Roccaccino;
Foto 8 – Villa Gualtieri;
Foto 9 – cappella di Sant’agata;
Foto 10 – abitazione del borgo.
© Riproduzione Riservata

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